UNIONI CIVILI IN AULA - La Chiesa Evangelica: "No guerre di religione, ma esprimiamo le nostre convinzioni"

11.03.2014 09:52

Pubblicato sul giornale "LA SICILIA"  del 03/03/2014
Unioni civili in Aula il Consiglio parla a più voci
di Giuseppe Bonaccorsi
La Chiesa Evangelica: "No guerre di religione, ma esprimiamo le nostre convinzioni"
Si profila un altro scontro in maggioranza e stavolta l'argomento sarà la delibera sul Registro delle coppie di fatto già approvato dalla Giunta Bianco. Dopo le tensioni nelle ultime riunioni di Consiglio sulla delibera per la proroga del contratto delle Partecipate, è l'imminente convocazione d'Aula sul Regolamento delle unioni di fatto, voluto da Bianco su proposta del vicesindaco Marco Consoli, ad aver già provocato una fitta discussione in seno al Consiglio che rischia addirittura di spaccarsi a metà. Ad agitare le acque è tra l'altro un atto che non può essere classificato come politico, ma che attiene alla sfera morale di ogni consigliere.
Il via libera alle polemiche è stato dato dal capogruppo del Megafono, Daniele Bottino, tra l'altro dello stesso partito espressione del vicesindaco Consoli. Bottino la settimana scorsa ha indetto una conferenza stampa in Comune dove, parlando solo a titolo personale, ha preso nettamente le distanze dalla bozza del Registro sulle unioni civili già approvata dalla Giunta, aggiungendo di «avere informato della posizione sia i miei dirigenti di partito che il sindaco Bianco».
Entrando nel merito del Registro, Bottino scrive in una nota che «Le persone che beneficeranno del registro non sono solo omosessuali, ma soprattutto eterosessuali. Non giudico il genere o l'identità sessuale di un individuo o di una coppia, ma giudico la forza e la responsabilità di un legame. E questa formulazione della delibera rende tutto troppo facile».
A sostegno di Bottino i pastori della Chiesa Evengelica di Catania che durante la riunione con Bottino hanno aggiunto: «Questo registro - si legge nel comunicato inviato dallo stesso consigliere - non è legiferato al Parlamento, quindi non è una norma. Di conseguenza l'applicazione di questo registro nel nostro Comune non ha una valenza vera e propria, ma è solo un segnale politico ad una parte della società. Secondo noi questi messaggi non sono necessari». La Chiesa evangelica, vista l'imminente seduta sulla delibera, ieri in un lungo comunicato (pubblicato sul nostro quotidiano) ribadisce le perplessità espresse sul Registro delle unioni di fatto: «... Se da un lato si avranno effetti positivi e ordinativi a livello amministrativo, altresì si avranno - si legge - effetti moralmente devastanti nei riguardi del matrimonio, da noi inteso come istituzione divina... ». E più avanti si legge ancora: «Le unioni di fatto non devono e non possono confondersi o essere equiparate al matrimonio, essendo assetti diversi sia da un punto di vista sociale che relazionale e progettuale... Noi cristiani evangelici di numerose Comunità di Catania non intendiamo fare rivoluzioni o guerre di religione contro la decisione delle amministrazioni locali di istituire il Registro delle unioni civili, né tantomeno fare i moralisti, ma vogliamo semplicemente proclamare la nostra fede e quelle che sono le nostre convinzioni alla luce della Parola di Dio».
Oggi nella conferenza dei capigruppo consiliari che fisserà le nuove sedute, il caso «Registro delle coppie» potrebbe finire al centro della riunione, sempre che si decida di portarlo in Aula nella prima seduta utile oppure di farlo slittare alla prossima settimana. Dalle notizie che arrivano da ambienti consiliari si sostiene che, comunque vada, la delibera sarà in Aula entro questo mese. Da giorni, però, l'argomento è oggetto di disputa e forti discussioni, sia all'interno delle commissioni competenti che fuori. Diversi esponenti, comunque, stigmatizzano l'iniziativa di Bottino, ma non nel merito della presa di distanza dal Registro, ma soprattutto per aver utilizzato una sede consiliare per esprimere il proprio disappunto a un atto di Giunta, con accanto la Chiesa Evangelica. E difatti il commento raccolto è: «Bisognava lasciare la questione religiosa fuori da un organismo come il Consiglio».
A smentire, però, che sulla delibera sia già in atto nei corridoi consiliari una guerra di religione è il vicepresidente del Consiglio, Sebastiano Arcidiacono: «Non c'è alcuna guerra di religione e nessuno la vuole cominciare. Comunque non possiamo permettere che una disputa dai contorni religiosi possa condizionare i lavori consiliari. Sull'argomento si è scatenato un putiferio che va risolto con calma e riflessione. Ognuno, quindi, voterà secondo coscienza e secondo le proprie idee».
Ed è proprio questa differenza di idee a tenere acceso il dibattito col rischio paventato da alcuni che alla fine la forte attenzione concentrata su un argomento così importante dal punto di vista non solo morale rischi, però, di distogliere l'assemblea (o di spaccarla) dal lavoro che attiene gli argomenti più spinosi per la città.
Il vicepresidente Arcidiacono spiega anche il suo punto di vista sul Registro. E dalle sue parole si evince che di fatto sulla delibera la maggioranza si esprime con diverse voci: «Sul piano dei diritti individuali alcune scelte vanno fatte perché non può esserci asimmetria tra diritti e doveri. E sulla questione delle unioni di fatto - continua Arcidiacono - c'è da considerare il rapporto di reciproca solidarietà, anche economica, che impone che questa solidarietà perduri oltre la fine del rapporto». Posizione che si pone in contrasto con quella del suo collega, capogruppo Bottino. La seduta è appena cominciata...

*articolo pubblicato su La Sicilia di oggi in edicola